Perché andare al mare in Albania

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Spiagge poco affollate, prezzi equi e ottima ospitalità: un’idea diversa per l’estate balneare

«E allora, dove andate al mare quest’estate?»
«Quest’estate in Albania», risposta secca.
«In Albania?» con un tono di stupore e gli occhi sgranati neanche avessero visto lo yeti.
«Sì, Albania. C’è un bel mare, sai»
ALBANIA, DESTINAZIONE IN CRESCITA
C’è poco da fare, i pregiudizi sono duri a morire. Anche, o forse soprattutto, se si parla di destinazioni per le vacanze. L’Albania purtroppo si porta dietro un’immagine antica di terra povera e poco ospitale, da cui si scappa (anche se era anni e anni fa). Un buco nella carta geografica del Mediterraneo, la cui idea (sbagliata) è frutto della chiacchiera più che dell’esperienza diretta perché pochi in realtà l’hanno visitata.
E allora il modo migliore per sconfiggere il pregiudizio è andare a curiosare, trovarsi bene (come è normale che sia e come ogni operatore albanese si adopera che avvenga, quasi avesse introiettato il pregiudizio e volesse fare il doppio per dimostrare che è appunto un pregiudizio) e raccontare come è davvero la Riviera Albanese. Una destinazione turistica in crescita: vuoi perché altre zone del Mare nostrum sono diventate off limits, vuoi perché i pionieri sono tornati spargendo il verbo che il mare in Albania non è per nulla male.
LO STESSO MARE…
Del resto se la geografia non è un’opinione, e non lo è, l’Albania condivide le stesse (fresche) acque adriatiche della Croazia che va per la maggiore, del Montenegro buon retiro dei magnati russi e della Grecia, con le sue isole Ioniche care non solo a Foscolo, ma anche ai turisti di tutto il continente. Solo che per decenni quelle coste e quelle acque sono state off limits: vigilate da centinaia di bunker con cui il dittatore Enver Hoxha pensava di proteggere il suo Paese da una presunta invasione che alla fine non c’è mai stata.
Ma adesso l’epoca del comunismo agricolo di Hoxha è passata da un pezzo, la situazione politica del Paese si è faticosamente stabilizzata dopo un periodo abbastanza “sportivo” caratterizzato da rivolte e truffe di Stato e l’Albania si è attrezzata per accogliere i turisti. Anche perché decenni di isolamento almeno una conseguenza positiva l’hanno avuta: la costa è stata preservata dalle speculazioni edilizie. Certo, non è più come qualche anno fa, quando i pochi viaggiatori tornavano con racconti di chilometri di spiagge libere punteggiate di pochi ombrelloni e ancor meno turisti.
Adesso le spiagge non sono piene, ma più popolate sì. Specie a Dhermi che è una delle località più belle (e frequentate) dell’intera riviera albanese. Qui non c’è una vera e propria cittadina, ma diversi chilometri di spiaggia con qualche campeggio spartano e diversi alberghi, una vita notturna piacevole, un buon numero di ristoranti e un resort di buon livello
L PARCO NAZIONALE LLOGORAJA
La strada, la SH8, per arrivarci scendendo da Valona merita il viaggio. Abbandonata la lunga baia di Valona, che l’estate scorsa era tutto un fermento di lavori di riqualificazione del lungomare, si risale per i 1.027 metri del passo di Llogaraja, lunga una strada che sale ripida quasi che chi ha progettata non avesse bene in mente come costruire una strada di montagna.
Si è all’interno di un parco nazionale creato nel 1966 punteggiato di pini e di ristoranti a bordo strada di quelli che a Milano definirebbero “informali”, dove va per la maggiore la carne grigliata mangiata rigorosamente al fresco, sotto i pini appunto. Tutto si ordina a mezzi chili (ottimo l’agnello) con profusione di cipolla nelle insalate, si beve birra Peroni e sembra di stare a un pic nic senza l’impiccio di doversi grigliare da soli il pranzo ma con quel bell’odore di fumo che fa tanto campagna. È la porta d’accesso al litorale ionico albanese, quello che si estende da Dhërmi fino a Saranda e il confine con Grecia.
VERSO SARANDA
Una volta scollinato si apre un paesaggio maestoso: mare blu intenso, montagne brulle che drammaticamente digradano sullo Ionio, pochi piccoli paesi a marcare il territorio e, in lontananza, il profilo di Corfù. Tutta questa parte di costa è un buon posto per fermarsi da uno dei tanti affittacamere che si sono industriati. Case decisamente nuove, prezzi convenienti (anche se in agosto salgono), colazioni abbondanti con prodotti localissimi, spiagge libere e mare pulito.
Di Dhermi si è detto. Chi vuole una cittadina più grande può arrivare fino a Himare, che è l’unico centro relativamente grande della zona e si può visitare per un minimo di socialità. Chi è attratto dall’archeologia contemporanea non può mancare la scenografica di Porto Palermo, dove c’è una fortezza costruita da Alì Pasha, acque cristalline, due piccole strutture ricettive isolate e nell’angolo settentrionale della baia, un piccolo porto in disuso che veniva usato dai sovietici per nascondere i sottomarini di stanza nell’Adriatico. Dietro, sulla montagna bianca e brulla, qua e là spunta qualche bunker di cemento armato, testimonianza solitaria della follia dei governanti.
Ancor più a Sud, verso Saranda, le montagne sono più irte e le spiagge più piccole, ma un angolo di roccia dove stendere l’asciugamano lo si trova facilmente. Saranda invece è una città turistica a tutti gli effetti, con grandi ed eccessivi albergoni che si affacciano sul mare, spiagge zeppe di ombrelloni, locali che sparano musica stile Ibiza e una densità di persone per metro quadrato di sabbia che è meglio dirigersi altrove, specie se in Albania si è venuti per cercare quiete e spazio. O optare per l’originale e prenotare direttamente Ibiza, si eviterà di rimanere delusi. Certo che una volta che arrivate a Saranda non fate l’errore di perdervi gli scavi archeologici di Butrinto, con un grande teatro romano e una basilica paleocristiana.
LE ALTRE DESTINAZIONI
Questo il bello, la zona assolutamente da non perdere se scegliete l’Albania per il mare. Le altre destinazioni degli oltre 400 chilometri di costa albanese sono certamente ospitali ma forse meno scenografiche. Anche se basta allontanarsi dalle città per ritagliarsi il proprio angolo di spiaggia tranquilla. Durazzo (dove attraccano i traghetti da Ancona) va per la maggiore perché è un po’ la spiaggia di Tirana, specie la parte meridionale della città, e merita una sosta, giusto per curiosare nella vita di una città di mare durante l’estate.
Idem per Valona, anche se uscendo dalla città verso Sud il mare non è niente male, specie lungo la strada che porta ad Orikum. Mentre nell’estremo Nord al confine con il Montenegro, Velipoja è una Rimini venuta male e presa d’assalto da chi fugge dal caldo dell’interno, con una serie di condomini costruiti vicino alla spiaggia e un affollamento eccessivo per un mare basso e scuro. Però basta allontanarsi dalla città, verso Sud, dove inizia una zona umida ricca di piccoli canali, provare a buttarsi in qualche stradina secondaria a caso e trovare spiagge che non saranno caraibiche ma sono sufficientemente solitarie per fare un bagno.
«E allora, dove andate al mare quest’estate, in Albania?»
«Perché no…».
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