Meno albanesi in Italia?

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Meno-albanesi-in-Italia_largeIl numero assoluto dei cittadini albanesi residenti in Italia è, dopo decenni, in calo. Il sociologo Rando Devole ci accompagna nella lettura di questo dato

Se dovessimo dare retta al numero complessivo, giungeremmo alla conclusione che gli immigrati albanesi in Italia, rispetto all’anno scorso, sono diminuiti. Se infatti all’inizio del 2014 gli albanesi avevano superato il mezzo milione (precisamente 502.546) – cifra raggiunta dopo una crescita progressiva negli anni – secondo l’Istat, all’inizio del 2015, in Italia vivevano come residenti 498.419 albanesi.

Cos’è successo? Perché gli albanesi, dopo 25 anni di immigrazione, segnano un calo nei numeri?

Il fattore principale che pesa su questi dati è senza dubbio l’acquisizione della cittadinanza. Sempre secondo l’Istituto statistico italiano, gli albanesi e i marocchini costituiscono infatti le due collettività che hanno acquisito maggiormente la cittadinanza italiana durante il 2014: quasi il 40% di tutte le cittadinanze acquisite.

Più precisamente, sono diventati cittadini italiani 21.148 albanesi.

Se dovessimo quindi aggiungere al totale degli albanesi residenti tutti coloro che nel corso dell’anno di riferimento hanno ottenuto la cittadinanza italiana allora risulterebbero vivere in Italia circa 520.000 albanesi. Ovviamente, senza contare gli albanesi che hanno acquisito la cittadinanza italiana negli anni ancora precedenti.

L’aumento esponenziale delle acquisizioni di cittadinanza è legato in grande misura all'”età” dell’immigrazione albanese in Italia. La pratica dell’acquisizione della cittadinanza italiana è sostanzialmente una maratona ad ostacoli: servono dieci anni di residenza per la naturalizzazione, senza contare poi i tanti anni necessari per espletare la burocrazia necessaria. Molti cittadini albanesi, ormai in Italia da molto tempo, stanno ora riuscendo a varcare l’ambito traguardo.

Non è un caso ad esempio che le cittadinanze acquisite per motivi di matrimonio con un cittadino/a italiano/a fino al 2008 erano in termini relativi le più numerose, mentre quelle per residenza erano inferiori. Negli ultimi anni invece il trend si è invertito, con il numero delle seconde in continua crescita.

Inoltre, bisogna tenere presente che chi è nato in Italia, i figli di seconda generazione degli immigrati, possono optare per la cittadinanza italiana quando compiono la maggiore età. Anche il numero complessivo di questa categoria è cresciuto sensibilmente durante l’ultimo anno e ciò influisce sicuramente anche sulle statistiche.

La situazione era prevedibile, perché il numero di chi era in possesso di un permesso di soggiorno UE di lungo periodo aumentava di anno in anno, il che dimostra che l’immigrazione albanese in Italia è ormai stabilizzata.

In sostanza quindi il numero degli albanesi presenti in Italia è ancora in crescita, sebbene non con il ritmo di una volta. Influiscono su questo punto la mancanza di flussi regolari per lavoro, permessi di soggiorno nel frattempo scaduti, i ritorni nel paese di origine e l’emigrazione verso altri paesi europei e non. Questi fattori hanno comunque un’incidenza relativa che inoltre va ancora approfondita dal punto di vista statistico.

Ovviamente nei dati suindicati non sono presenti i cittadini albanesi che vivono in Italia in modo irregolare, cioè che non sono muniti di permesso di soggiorno. Per questi, purtroppo, non esistono dati attendibili.

Indipendentemente dalla percezione secondo cui gli albanesi “stiano perdendo” terreno nelle statistiche, occorre sottolineare che le nuove acquisizioni di cittadinanza li rende sempre più attori dal punto di vista politico.

Per chi ha ottenuto la cittadinanza – ad eccezione dei problemi burocratici, come il rinnovo tedioso del permesso di soggiorno – gran parte dei problemi rimangono ancora sul tavolo. Infatti a prescindere dal passaporto che si ha in tasca, gli aspetti dell’integrazione, i problemi dell’occupazione, la situazione sul luogo di lavoro, i pregiudizi, le discriminazioni, le questioni identitarie e culturali, i rapporti con la propria comunità o il paese di origine, così come le questioni che riguardano le seconde generazioni, richiedono ancora molta attenzione da parte delle istituzioni. Vi è ancora un gap tra cittadinanza come percorso burocratico e  cittadinanza come riconoscimento a pieno titolo dell’appartenenza alla comunità.

Ovviamente, ogni immigrazione ha la propria storia e le proprie peculiarità. Tuttavia, la nuova realtà dei cittadini albanesi diventati italiani, c’è da scommettere, susciterà l’interesse della politica e della società civile. Speriamo che anche l’Albania, dal canto suo, non rimanga indifferente a queste questioni che la riguardano da vicino.  /balcanicaucaso.org/