Gli albanesi sono stati sorpresi da una nuova ondata di emigrazione. Pochi mesi fa i media avevano dato risalto alle lunghe file alla stazione degli autobus di Pristina per mostrare come ogni giorno centinaia di persone cercassero di arrivare in Germania e in altri paesi Ue. E solo pochi giorni fa, gli albanesi di Albania hanno sperimentato ancora una volta una situazione simile al 1992: nella città costiera di Valona si era diffusa la voce che la Germania avesse concesso permessi di soggiorno e asilo politico o economico a chiunque. Ciò è bastato perché diverse centinaia di persone si siano decise a lasciare immediatamente il paese. Il fenomeno del nuovo “esodo” ha colpito altre città da sud a nord. Nella città di Kukes, a nord di Tirana, il rumor dell’asilo facile in Germania ha fatto sì che circa 500 persone abbiano richiesto un nuovo passaporto per viaggiare verso le capitali dell’Unione Europea.
Il primo ministro albanese Edi Rama ha qualificato come “strutture criminali” i gruppi che portano albanesi richiedenti asilo nell’Ue. Dalla città di Valona, colpita duramente dall’esodo di massa, il premier Edi Rama ha detto che “l’Unione Europea ha chiarito che non fornirà asilo economico agli albanesi e che i cittadini non devono cadere in preda alle truffe”. E non mente: la quasi totalità delle richieste di asilo provenienti da Kosovo e Albania viene respinta. Quella dell’asilo facile sembra quindi una mossa dei trafficanti di persone per nuovo vigore ai propri affari. Il capo della polizia di Stato, Haki Cako, ha detto che si sta investigando sul fenomeno criminale e si fermerà chiunque non abbia le carte in regola nei porti e aeroporti. Ma l’opposizione di centro-destra guidata da Lulzim Basha non perde l’occasione e attacca il governo Rama accusandolo di essere responsabile di un nuovo “esodo” a causa della crisi economica, delle mancate riforme, dell’innalzamento delle tasse, della disoccupazione, del fallimento nella lotta alla corruzione e alla povertà.
E’ pur vero che in condizioni di povertà diffusa, con una disoccupazione ufficialmente al 18.3% e di mancanza di reali prospettive per il futuro, l’emigrazione sembra l’unica strada percorribile per una generazione che non ha nulla da perdere. L’Istat albanese ha affermato ultimamente che circa 46.000 persone hanno lasciato il paese nel 2014, e secondo l’Eurostat 16.500 cittadini albanesi hanno richiesto asilo in un paese Ue.
L’emigrazione non si è mai fermata
L’Albania ha una lunga storia di emigrazione di massa. Il 2 luglio del 1990 diverse migliaia di albanesi entrarono nelle poche ambasciate straniere in Albania. Il 6 marzo 1991 circa 20 mila albanesi dirottarono le navi del porto di Durazzo e partirono per l’Italia in cerca di asilo politico. In quegli anni, migliaia di albanesi hanno attraversato il confine e hanno cercato asilo in Grecia mentre tentativi di migrazione di massa sono stati registrati anche verso la Macedonia. Nel luglio 1991, una seconda ondata di albanesi sbarcava sulle coste italiane, ma questa volta il governo italiano decise di rimpatriarli, dal momento che l’Albania aveva prontamente firmato la Dichiarazione di Helsinki sui diritti umani e gli immigrati non rischiavano nessuna persecuzione politica nel loro paese.
Durante gli ultimi vent’anni l’emigrazione ha portato fuori dall’Albania circa un terzo della popolazione L’istituto nazionale di statistica albanese INSTAT ha calcolato che nel decennio 1990-2000 circa 600 mila cittadini albanesi sono emigrati, mentre il governo albanese arriva a calcolare una presenza di cittadini albanesi all’estero di 1.093.000 nel 2005. /eastjournal.net/