FALCONARA – Riceve l’ordinanza di sgombero e adesso vive in spiaggia con la moglie e la figlia invalida al 100%.
Si tratta dell’albanese Dashnor Kozaj che da 11 anni vive in città e, fino a quindici giorni fa, abitava al civico 162 di via Flaminia. Ma l’immobile è stato dichiarato inagibile è così è scattato lo sfratto. La casa è ormai fatiscente, persino i servizi igienici funzionano male. Ma adesso, non sanno più dove andare. E così, senza un tetto, Dashamir Kozaj e la moglie vivono in spiaggia con la figlia minorenne a cui è stata riconosciuta un’invalidità al cento per cento. La figlia maggiore si trova invece a Bologna. I Kozaj chiedono aiuto anche perchè Dashnor, che in passato ha svolto lavori di carpenteria navale e di ferraiolo, è attualmente disoccupato.
L’assessore ai Servizi Sociali Fabio Marcatili difende l’operato degli assistenti sociali comunali. “Abbiamo parlato con Dashnor e la moglie diverse volte prima dell’ordinanza di sgombero – spiega -. Abbiamo anche proposto loro di aderire al progetto casa ma hanno rifiutato”. In tale progetto il Comune non aiuta soltanto la famiglia disagiata a trovare un’altra occupazione ma l’aiuterebbe anche nel pagamento dell’affitto per sei mesi, con l’eventuale proroga a un anno. Insomma, un’occasione che poteva far al caso di Kozaj. Ma alle spalle c’è un problema economico visto che, come riportato dallo stesso Marcatili, la famiglia non ha mai pagato l’affitto in 11 anni di permanenza in via Flaminia. “Purtroppo non possiamo affidare case gratuitamente. Ci sono decine di famiglie di italiani che vivono in situazioni disperate – continua Marcatili -. L’unica soluzione è quella di riproporre il progetto casa”. Non solo. L’assessore ha anche ammesso di aver più volte, con gli assistenti sociali e gli agenti di polizia municipale, spiegato ai coniugi Dashnor che la moglie e le figlie (di cui una minore e invalida) sarebbero state affidate a una struttura di accoglienza visto che il Comune ha il dovere di tutelare i minori. Un luogo a cui Dashnor Kozaj, per stare con la famiglia, avrebbe avuto libero accesso. E anche in questo caso “ci ha risposto che avrebbe badato lui alla sua famiglia”.
Fonte: corriereadriatico