Agron, da profugo a «proprietario» dei call center d’Europa

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La sua azienda fattura 20milioni di euro l’anno, conta tremila dipendenti, divisi in quindici sedi diverse. Agron Shehaj può dire di avere realizzato i suoi sogni. Arrivato dall’Albania, su una nave militare, quando aveva solo 13 anni, oggi è un imprenditore di successo, proprietario dei maggiori call center d’Europa. La sua azienda è la Intercom Data Service (IDS) ha la sede principale nel pieno centro di Tirana, blindato ai tempi della dittatura comunista.
«Sono sbarcato a Brindisi dopo un lungo viaggio su una nave militare albanese», ha raccontato al Corriere della Sera. «Abbiamo tentato di entrare all’ambasciata italiana a Tirana per chiedere asilo politico, solo che quel giorno l’edificio era chiuso. Siamo tornati a Valona e abbiamo aspettato l’occasione migliore».

La storia italiana di Agron inizia nel 1991, lo stesso anno in cui, l’8 agosto, al porto di Bari arrivò la nave Vlora, completamente ricoperta di esseri umani. Ventimila migranti albanesi. Il più grande sbarco di migranti, in Italia, su una singola nave.

Agron e la sua famiglia salirono su una nave più piccola, insieme a un altro centinaio di persone. «In viaggio eravamo io, mamma, papà, il fratellino più piccolo e un altro centinaio di connazionali. A noi bimbi ci hanno messi nelle cuccette a dormire. Mi sono svegliato con gli elicotteri sopra e la banchina del porto di Brindisi davanti».

Subito dopo è iniziato il viaggio di Agron verso Nord. Lo racconta l’immagine realizzata dal fotografo Guido Perini, giunto alla stazione di Mongulefo, per documentare l’arrivo di un gruppo di albanesi. «Ci hanno fatti scendere a Monguelfo e l’accoglienza è stata incredibile:decine di persone del posto ci davano cibo e vestiti. Qualche giorno dopo un signore ha fermato per strada me e il fratellino e ci ha regalato una bici: “Prendetela, è vostra”, ha detto».

Un’atmosfera che Agron paragona alla stessa con cui a Monaco di Baviera, sono stati accolti i migranti siriani, un anno fa. Dopo essere cresciuto a Bolzano, Agron ha studiato economia e commercio a Firenze e in quello stesso periodo ha iniziato ad interessarsi ai call center.

«In attesa di discutere la tesi ho fatto alcuni colloqui per lavorare in banca a Milano e ho pensato che avesse senso aprire un call center in Albania, dopo aver visto cosa facevano gli indiani per le aziende americane». Così, nel 2005 è nata la sua azienda, IDS.

«Ma è stato solo un punto di partenza», continua Agron, sottolineando che negli ultimi tempi ha investito molto sul digitale con la piattaforma «Local Web» che promuove aziende e offre i loro servizi, dal Regno Unito al Giappone.

Il rapporto com l’Albania è sempre vivo, «Ci vado tutte le settimane», racconta Agron, che oggi vive a Milano, è sposato con una sua connazionale ed è padre di due bambini. «In famiglia si parla albanese: i bimbi sono nati in Italia, la loro lingua principale è l’italiano, ma devono conoscere anche quella dei genitori».