Inglesi attenti, non fatevi ingannare dall’ipocrita simpatia degli italiani

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«È trucco che manda la morale in corto circuito»
Dura analisi, ma con i soliti luoghi comuni.
MILANO – Un paese tutto sorrisi e simpatia, ma che è dominato dalla furbizia e dall’amoralità. L’Indepedent di Londra pubblica nell’edizione di lunedì un lungo articolo sugli italiani e analizza lo stile di vita dei cittadini del Belpaese. Rivolgendosi alle migliaia di connazionali, che proprio in questi giorni si apprestano a lasciare la Gran Bretagna per trascorrere le vacanze nelle città italiane, l’ex corrispondente da Roma Peter Popham invita gli inglesi a non farsi ingannare dalla proverbiale simpatia degli abitanti della penisola e tratteggia un impietoso ritratto, non privo di luoghi comuni, dell’Italia e della sua popolazione.

LA SIMPATIA – Secondo il giornalista britannico gli inglesi amano l’Italia non solo perché c’è sempre il sole, per il vino bianco freddo all’ora di pranzo e per le dolci colline toscane. Ciò che più affascina chi proviene da Oltremanica è «il collante che tiene insieme la società» italiana: la simpatia. Gli italiani attraverso questo sentimento di benevolenza verso gli altri riescono a penetrare anche l’anima dei «burberi e severi inglesi». Tuttavia basta una settimana per capire che quella che all’apparenza è una virtù e che sembra la caratteristica principale di chi ama la dolce vita, invece è una maschera ipocrita che permette «al privilegio e al patronato di governare incontrastati». Gli italiani – scrive Popham – hanno imparato l’arte di essere simpatici a tutti quanti attraverso lunghi anni di dominazione straniera e di conseguenza la reazione istintiva britannica di sospetto è giusta: il sorriso rivolto da lontano dagli italiani verso lo straniero, è spesso il preludio a frodi da lupo.

UNA SOCIETA’ AMORALE E FERMA – L’ipocrisia della simpatia italiana è smascherata quando si analizza nei dettagli questa società chiusa e dominata dalle corporazioni, dove non vedi mai una persona di colore in un ufficio pubblico o tra le file dei tassisti, con un’università dominata dai baroni che non hanno alcun problema a dare posti di lavoro a propri parenti e nella quale i giovani più talentuosi sono costretti a emigrare all’estero. La conclusione – secondo l’Independent – è malinconica: «la simpatia, seppur affascinante, è un principio disastroso su cui fondare una società, perché lungi dall’essere fonte della morale, è il trucco attraverso il quale la morale va in corto circuito». Infine l’ex reporter paragona gli scandali che hanno colpito il Belpaese negli ultimi due anni e quello recente delle intercettazioni che ha sconvolto il Regno Unito. Citando un recente editoriale de Il Corriere della Sera, l’ex corrispondente afferma che sebbene i reati commessi sono simili, alla fine in Inghilterra la News Corp e il potere di Murdoch saranno ridimensionati, chi è colpevole si dimetterà e pagherà per i suoi errori e vi sarà un forma di catarsi che sarà il preludio a un nuovo inizio. In Italia invece le cose, dopo un iniziale subbuglio, restano sempre le stesse. Lo dimostra – conclude l’Independent – il fatto che «Silvio Berlusconi, il miliardario più simpatico del mondo, continua a trattare il suo paese come un suo feudo privato». corriere.it